Biodiesel, dal concetto al produrlo

Il biodiesel sta riscuotendo notevole successo negli ultimi anni grazie alla sua capacità di funzionare in qualsiasi motore diesel (in una percentuale pari a circa il 20% con il normale diesel) ed in alcuni tipi di motori diesel (a 100% biodiesel). In questo articolo vedremo come nasce e si sviluppa questo particolare tipo di biocombustibile, vedremo come ricrearlo in casa senza troppi problemi e come assicurarsi che vada bene per la propria automobile. Si ricorda che il corretto risultato dell’esperimento dipende dalla corretta esecuzione di ogni singolo passaggio con estrema cura.

Se avrai problemi durante l’esecuzione del processo, non esitare a rivolgerti a noi mediante un commento oppure con la nostra chat gratuita. Entrerai subito in chat live con uno dei nostri operatori specializzati, che provvederà a risolvere il tuo problema e offrirti consigli mirati al tuo caso. Per entrare in chat utilizza il box che trovi a sinistra dello schermo.

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Introduzione

logo del biodieselI biocombustibili sono un tipo particolare di combustibile, che sta prendendo piede negli ultimi anni a causa del crescente inquinamento e riscaldamento globale. Esistono molti tipi di biocombustibili che possono avere diversi usi, uno di questi è il biodiesel, una versione biologica del diesel che viene utilizzato nei motori di alcune vetture. Oggi il biodiesel (e gli altri biocombustibili in generale) sono oggetti di molta attenzione da parte delle potenze e degli stati marginali.

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Storia

Il biodiesel nasce nel 1853, molto prima che venisse inventato il motore Diesel, che funzionò per la prima volta nel 1893. Questo primo motore era alimentato a olio di arachidi. Lo stesso inventore del motore (Rudolf Diesel) disse che “L’uso di oli vegetali per il carburante dei motori può sembrare insignificante oggi, ma tali oli possono diventare, nel corso del tempo, importanti quanto i derivati del petrolio e del carbone nei nostri giorni”. Negli anni successivi i produttori modificarono i motori in modo che funzionassero a petroldiesel, per garantire stabilità al commercio del petrolio. Di conseguenza tutti gli stabilimento che producevano biodiesel vennero smantellati, per riprendere questo tipo di carburante nei giorni attuali.

Per precisione la storia è ripresa negli anni ’90, quando la Francia ha avviato la produzione di biodiesel, che mischiato in proporzione del 5%, viene utilizzato sul 30% di flotte e mezzi. Renault, Peugeut e altri produttori hanno classificato i loro motori adatti il biodiesel.

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Cos’è

I biocombustibili sono sostanze in grado di generare energia provenienti dal trattamento di biomassa. Possono essere utilizzati in sostituzione al classico combustibile per automobili generato con la distillazione frazionata del petrolio presentando un vantaggio: rilasciano meno sostanze inquinanti nell’aria. Questo grazie alla fotosintesi clorofilliana… durante la sua vita la piante sfrutta l’energia solare per assorbire il CO2 e liberare O2. Il Carbonio viene quindi usato per formare zuccheri e altri composti ricchi di carbonio. L’energia del sole intrappolata dalle piante nei legami chimici può essere poi riutilizzata per far funzionare ad esempio il motore di una macchina. Quindi la CO2 liberata durante la combustione è la stessa che la piante aveva trasformato in O2 nella sua vita.

I biocombustibili possono essere utilizzati al posto degli idrocarburi, perché entrambi hanno grandi quantità di atomi di carbonio e idrogeno.

Il processo che avviene sul fondo degli oceani e quello che avviene nelle industrie di biocombustibile è lo stesso: la parte utile della materia organica viene concentrata, la parte superflua viene poi scartata. Con il risultato che la struttura chimica può essere tramutata in idrocarburi.

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Vantaggi:

  • Il biocombustibile ha una decentrazione della produzione, verrebbe quindi eliminato il problema del monopolio

  • Potrebbero venire sfruttati i terreni incoltivati, in Italia secondo l’università di Siena ci sono oltre 20.000 Km2 di terreno incoltivato.

  • Crea molti posti di lavoro a causa della manutenzione richiesta dai campi coltivati

  • Diminuiscono i conflitti legati al possedimento di giacimenti, in quanto tutti gli stati hanno del terreno coltivabile

Svantaggi:

  • Per rendere i biocombustibili sostenibili per l’ambiente bisogna rispettare dei limiti nella produzione annua, e dello sfruttamento delle risorse in modo da ricavare più energia da quella spesa per la produzione

  • I terreni usati per le coltivazioni per biocombustibile vengono sottratti alle popolazioni affamate

  • La produzione di biocombustibile potrebbe avere una brutta influenza sul prezzo del cibo

  • Per aumentare la produzione le aziende potrebbero ricorrere ad un uso massiccio di fertilizzanti, danneggiando l’ambiente più di quanto farebbero i classici idrocarburi.


Prima di continuare…

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I biocombustibili possono essere di varie tipologie, si dividono in prima e seconda generazione.

Prima generazione

Biodiesel prima generazione: un campo di granoI biocombustibili di prima generazione sono ottenuti dalla trasformazione di piante, ad esempio grano, mais, barbabietola da zucchero, soia, girasole, olio di palma, etc.

Questo tipo di biocombustibile sta però ricevendo moltissime critiche, in quanto sottrae terreno fertile che potrebbe essere usato per sfamare la popolazioni povere, e lo utilizza per produrre combustibile.

Seconda generazione

biodiesel seconda generazione: residui forestaliI biocombustibili di seconda generazione sono ottenuti da materiali organici non utilizzati come cibo, quindi i rifiuti, residui agricoli o forestali, alcune piante. La sua produzione è considerata maggiormente sostenibile perché libera meno gas serra e non utilizza possibili risorse alimentari.

Terza generazione

biodiesel terza generazione: impianto per la coltivazione di microalghe in italiaFanno parte della terza generazione i biocombustibili prodotti a partire da microalghe, che offrono numerosi vantaggi perché la loro materia prima può essere sviluppata anche in contenitori verticali che occupano quindi meno spazio rispetto alle coltivazioni. Possono essere coltivati anche in acqua salata o non potabile, ed in ambienti di basso interesse alimentare o biologico. Inoltre possono produrre molti prodotti, compresi cosmetici o alcuni supplementi alimentari.

Anche i rifiuti domestici possono essere utilizzati per produrre del biocombustibile, un esempio è l’olio da frittura usato.

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Produzione casalinga del biodiesel

La riproduzione in casa di biocombustibile non è troppo complicata, può essere riprodotta con la seguente reazione:

X litri di olio usato + 0,3 *X litri di metanolo + 3,6*X grammi di soda caustica

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Il procedimento è il seguente:

Prima di cominciare:

Noi non ci riteniamo responsabili di danni provocati al proprio motore dal seguente processo che è stato testato da alcuni nostri collaboratori fidati. Ricordiamo che la riuscita dell’esperimento dipende dalla corretta esecuzione con estrema cura di ogni singolo passaggio. Ricordate inoltre che le sostanze utilizzate sono basi molto pericolose (E’ già… la soda caustica non è un acido, ma una base) e possono causare gravissimi danni alla salute se utilizzate senza precauzioni e cautela. Evitate di entrare in contatto diretto con una qualsiasi delle seguenti sostanze, proteggete pelle e occhi durante tutta la durata dell’esperimento. Se delle soda caustica vi dovesse arrivare in dosso, evitate assolutamente di utilizzare acqua. Soda caustica e acqua reagiscono in modo molto violento, sprigionando molto calore che porterebbe a danni molto più gravi delle ustioni chimiche. Per qualsiasi informazione aggiuntiva potete consultare questa pagina, dalla quale abbiamo recuperato la bozza per il processo di creazione casalinga…

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Si mescolano 275cc di alcool etilico 99,9% con 7g di soda caustica fino a completa dissoluzione, si forma l’etossido

  • Scaldare a 50°C li oli vecchi, quindi si aggiunge l’etossido.

  • Si ottiene una miscela di colore scuro…

  • Inserire un agitatore per circa un ora, quindi si spegne il fornelletto

  • A questo punto la miscela si separa in glicerina sul fondo e diesel in alto

  • Per il lavaggio del biodiesel si utilizza un grande contenitore con un rubinetto sul fondo, si aggiunge il biodiesel e si pompa dell’aria con una pompa da acquario.

  • L’acqua è più densa del biodiesel, quindi si lega alle impurità e le trascina sul fondo.

  • L’acqua prende un colore bianco e decanta.

  • A questo punto si rimuove l’acqua con l’apposito rubinetto e si ripete il procedimento per tre volte

Sicuramente in futuro la produzione di biocombustibile sarà pianificata e gestita in modo da fornire risorse energetiche con maggiore efficienza rispetto ad oggi.

I biocombustibili sono sotto l’occhio dell’IEA, un organizzazione intergovernativa che si occupa di dare maggior importanza allo sviluppo sostenibile dei 28 paesi membri.

Per quanto riguarda il futuro, i biocombustibili avranno sicuramente un ruolo di rilievo. Gli esperti dicono che nei prossimi decenni i biocombustibili potranno soddisfare buona parte della domanda. I maggiori stati produttori come Brasile, USA, Unione europea e Cina stanno progettando un raddoppio della loro produzione di biocombustibili in quindici anni. Le spinte principali sono causate dall’inquinamento ambientale e dal riscaldamento globale, che tra i principali fattori di causa il CO2 rilasciato dai veicoli a motore.

In Italia

In Italia sono in atto delle leggi che prevedono l’incentivazione per l’utilizzo del biodiesel. L’italia infatti è al quarto posto nel mondo per produzione di biocarburanti, con oltre 2,5 milioni di tonnellate all’anno. Una quantità elevata ma ancora insufficiente anche solo per i consumi interni. Ed è stato il primo paese a recepire le norme europee che impongono l’integrazione dello 0,6% di biocarburante, secondo la BBC “L’Italia avrà un ruolo da leader in Europa”. Sempre secondo le norme UE il 6% dell’energia dei trasporti dovrà provenire da biocarburanti, mentre il 3% da biocarburanti avanzati, cioè di seconda o terza generazione.

In Italia il consumo di biodiesel è circa il 5%, con l’obiettivo del governo di arrivarte al 10% entro il 2020. Sempre in territorio italiano, gli impianti di biocarburante sono aumentati del 500% negli ultimi 5 anni. Il più grande è l’impianto di bioetanolo a Torino, che ha come obiettivo quello di produrre almeno 75 milioni di litri all’anno da paglia e terreni marginali.

Sono in fase di costruzione nuovi tipi di veicoli con lo scopo di spostarsi in maniera più green, sono un esempio le auto elettriche e le auto a idrogeno.

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