Aumentare la durata della batteria del cellulare

“Fujifilm lithiumion battery” di J. Ash Bowie – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Fujifilm_lithiumion_battery.jpg#/media/File:Fujifilm_lithiumion_battery.jpg

Si sa, col tempo le batterie di cellulari e computers perdono efficienza. Ma come possiamo allungare il più possibile il loro periodo di vita sana e quindi di lunghi periodi che intercorrono tra una carica e l’altra?

Innanzitutto è bene dire che arrivate ad un certo punto le batterie sono assolutamente irrecuperabili e sarà impossibile riportarle ad uno stato di salute ottimale, quindi ti conviene mantenerle in salute fin da subito!

Prima di vedere come mantenerle in vita, abbiamo chiesto ad un perito chimico di spiegarci come funzionano e come sono fatte le batterie ricaricabili dei nostri cellulari.

Le batterie dei cellulari sono batterie al Piombo (Pb). In gergo questa si chiama Cella Elettrochimica.

La pila dei cellulari è una pila particolare; a differenza delle pile a secco (come le stilo o la mallory, detta anche a bottone) queste vengono definite accumulatrici, infatti, le pile a secco una volta esaurite devono essere gettate, approfitto di questa occasione per ricordare che ricaricare pile a secco è molto pericoloso (si rischia un incendio o addirittura una vera e propria esplosione!).

Ma come sono fatti questi accumulatori al piombo?

Un accumulatore al piombo è formato appunto da due piastre metalliche (dette elettrodi) che non si toccano. Le due piastre di piombo (spesse poco meno di 1mm) sono immerse in un acido (Acido solforico), particolarmente dannoso per l’ambiente e per gli esseri viventi. L’acido solforico è appunto l’elettrolita. Perché due piastre?

Una pila deve avere come tutti sanno un polo negativo ed un polo positivo (che nel caso delle batterie dei telefoni sono messi uno accanto all’altro), un foglio di piombo costituisce l’anodo, l’altro il catodo.

Ma veniamo al punto… come fanno a generare energia?

Gli atomi di piombo sono “circondati” da 6 elettroni. All’anodo il piombo si ossida e diventa uno ione di piombo (Pb2+) questo vuol dire che ha perso 2 elettroni. I due elettroni persi seguono il circuito ed arrivano al catodo, li avviene una semireazione di riduzione che coinvolge anche gli ioni di H+ che si sono formati dalla dissociazione dell’acido solforico (Che ha come formula chimica H2SO4).

A questo punto gli ioni prodotti dall’ossidazione e della riduzione reagiscono con gli ioni di solfato dell’elettrolita per formare solfato di piombo (PbSO4) (un solido bianco insolubile, a volte una pila può “esplodere” e si vedrà uscire questo liquido, evitate assolutamente di toccarlo a mani nude, anche solo un doppio strato di guanti usa e getta può andare bene per pulirlo, ricorda inoltre di sciacquare bene il tessuto utilizzato, ancora meglio utilizzare carta asciuga-tutto come Foxy).

Durante la fase precedente descritta si ha la trasformazione dell’energia chimica (originata dalle reazioni) in energia elettrica, si ha inoltre una diminuzione della concentrazione della soluzione di acido solforico e l’origine di Acqua (H2O) che porta ad una diminuzione della densità della soluzione.

Detto questo dobbiamo verificare lo stato di salute della nostra batteria, per fare questo dobbiamo misurare il tempo impiegato per una ricarica dal 10% al 100% (utilizzate il caricatore originale del telefono oppure un caricatore universale), se il tempo impiegato è inferiore a 2 ore la salute della vostra batteria è ottima, altrimenti maggiore sarà il tempo impiegato e minore sarà la salute della batteria.


Una volta fatta questa verifica segnatevi il tempo necessario per la carica, fra 1 mese effettuate una nuova misurazione e verificate che la salute non sia diminuita.


Per mantenere la batteria in vita esistono poche ma semplici regole che adesso riportiamo qui sotto:


 

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